Fake news sul Coronavirus dilagano su WhatsApp

WhatsApp è diventato in pochi giorni un ricettacolo di notizie false sul Coronavirus che generano panico. Messaggi vocali e video possono diffondere anche virus informatici. Tutte le informazioni sono da verificare.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

L'emergenza sanitaria per l'epidemia di Coronavirus in Italia ha portato al proliferare di fake news tramite WhatsApp. Complice il fatto che una notizia condivisa di gruppo in gruppo diventa virale in poche ore, il social network è diventato un veicolo di infezione digitale. Oltre che di notizie del tutto inattendibili.

Dalle scuole chiuse nelle Regioni in cui non è stato emesso alcun decreto, ai contagi in zone che invece ne sono esenti, si moltiplicano i messaggi falsi. Rischiosi sono soprattutto quelli audio, che potrebbero essere stati confezionati ad hoc dai cyber criminali per diffondere virus informatici sfruttando la preoccupazione collettiva. Nel migliore dei casi, i messaggi falsi generano apprensione e panico del tutto ingiustificati, in un momento in cui mantenere la calma è imperativo.
Il sito del Ministero della SaluteTutti possono fare qualcosa per contrastare questo sciacallaggio. Prima di tutto, è bene ricordare che gli unici canali di informazione attendibili sono quelli ufficiali. Ministero della Salute, Regioni, Comuni, aggiornano costantemente sulla situazione con dati ufficiali e verificati. Scuole e aziende private che hanno adottato provvedimenti a seguito delle ordinanze regionali o statali, riportano chiari messaggi sui propri siti con esplicito riferimento al DPCM 23_02_20.

Tutti gli aggiornamenti di cyber sicurezza sul coronavirus sono raccolti nello speciale Coronavirus e sicurezza: proteggersi dal contagio digitale
Quando un proprio contatto o un gruppo diffondono un'informazione, è quindi buona regola verificarla prima di darla per vera. In caso non lo sia, è bene evitare di "farla girare" e avvisare il contatto (o il gruppo) che è priva di fondamento.

Un atteggiamento civico responsabile nel circolo delle informazioni fa sentire utile chi lo applica, e contribuisce a non diffondere panico ingiustificato verso persone, luoghi o atteggiamenti. Collateralmente eviterà problemi di natura informatica a chi potrebbe cadere vittima di attacchi alla cyber sicurezza.

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