Acronis, come semplificare il lavoro di MSP e team IT con il patch management

Umberto Zanatta, Senior Solutions Engineer di Acronis, approfondisce come l’automazione del patch management possa semplificare le attività quotidiane, migliorare l’efficienza e assicurare una maggiore aderenza ai requisiti normativi, anche in ambienti IT complessi e distribuiti

Autore: Umberto Zanatta

Ogni giorno, in azienda, qualcuno ignora una notifica di aggiornamento. È un gesto apparentemente innocuo, ma dietro quella finestra chiusa senza pensarci può nascondersi l’inizio di una violazione. Bug non corretti, vulnerabilità note e software obsoleti rappresentano ancora oggi alcune delle cause più comuni di attacchi informatici andati a segno. Eppure, mantenere aggiornati sistemi e applicazioni resta una delle attività più sottovalutate – spesso perché troppo onerosa da gestire manualmente. E quando si moltiplicano gli endpoint, gli utenti, i software e le sedi, la complessità può rapidamente diventare ingestibile. È qui che il patch management automatizzato diventa essenziale per chi si occupa di IT, in particolare per i Managed Service Provider (MSP), che devono garantire sicurezza, stabilità e continuità operativa a più clienti contemporaneamente. A parlare del tema è Umberto Zanatta, Senior Solutions Engineer di Acronis.

Il valore del patch management nell’IT moderno

"Ogni endpoint aziendale rappresenta un potenziale punto d’ingresso per attacchi informatici. La velocità con cui le vulnerabilità vengono sfruttate – spesso entro poche ore dalla loro divulgazione – impone un approccio tempestivo e sistematico alla loro correzione. In questo scenario, la gestione manuale delle patch si rivela inefficiente, onerosa e spesso inadeguata. Un software di patch management è progettato per automatizzare il ciclo completo degli aggiornamenti: individuazione, classificazione per gravità, test in ambiente sicuro, distribuzione controllata e verifica. Tutto questo consente di ridurre il margine d’errore, velocizzare l’intervento sui sistemi vulnerabili e migliorare il controllo e la tracciabilità delle attività di aggiornamento in corso o completate".

Un altro elemento da considerare, spiega Senior Solutions Engineer di Acronis, è la varietà degli ambienti IT: "molti endpoint sono remoti o ibridi, difficili da raggiungere senza strumenti centralizzati. Il patch management automatizzato assicura che anche i dispositivi fuori sede vengano aggiornati, senza affidarsi al comportamento dell’utente finale".

Sicurezza e stabilità: i benefici concreti

Un sistema di patch management efficace contribuisce a potenziare la postura di sicurezza dell’intera infrastruttura IT, prevenendo attacchi malware e ransomware che sfruttano vulnerabilità note: "Patch di sicurezza, patch correttive e aggiornamenti funzionali lavorano in sinergia per proteggere, migliorare e ottimizzare i sistemi. L’impatto positivo si estende anche all’operatività quotidiana: evitare arresti anomali, degrado delle performance o incompatibilità tra software riduce le interruzioni e le richieste di supporto. Le soluzioni avanzate permettono di testare le patch prima della distribuzione completa, limitando i rischi di conflitti con software legacy o configurazioni personalizzate".

Inoltre, mantenere i sistemi aggiornati migliora l’efficienza dell’infrastruttura: "Le patch funzionali spesso includono ottimizzazioni in termini di consumo risorse, tempi di caricamento e risposta delle applicazioni, con un impatto diretto sulla produttività degli utenti", chiarisce.

Compliance normativa e riduzione del rischio legale

Le principali normative di settore – GDPR, PCI DSS, HIPAA, SOX – impongono alle aziende di mantenere standard elevati di sicurezza, inclusa l’applicazione tempestiva delle patch. La mancata conformità può comportare sanzioni, danni reputazionali e conseguenze legali, specialmente in caso di data breach: "Le soluzioni moderne di patch management generano report dettagliati, log accessibili e verificabili e dashboard consultabili in tempo reale. Questa visibilità è fondamentale per superare gli audit e dimostrare l’adozione di misure preventive, elemento chiave in tutte le normative sulla protezione dei dati".

Un sistema ben implementato consente anche di documentare ogni attività: quali patch sono state installate, su quali dispositivi, in che data, con quale risultato. Questo approccio tracciabile e trasparente è ciò che fa la differenza durante le ispezioni e le verifiche di conformità.

Efficienza operativa per MSP: standard più alti, meno carico

Per i Managed Service Provider, l’adozione di un sistema automatizzato di patch management rappresenta una svolta operativa: "Automatizzare il patching consente di gestire in modo efficiente ambienti IT di clienti diversi, con configurazioni eterogenee e SLA (Service Level Agreement) stringenti da rispettare. Gli SLA – ovvero gli accordi contrattuali che definiscono i livelli minimi garantiti di servizio, come disponibilità dei sistemi, tempi di risposta e di risoluzione – sono uno degli elementi distintivi nella qualità dei servizi offerti. Un patch management efficace contribuisce a rispettarli con maggiore coerenza, riducendo al minimo le emergenze e i tempi morti".

Le funzionalità di distribuzione pianificata, rollback in caso di errore, e prioritizzazione basata sulla criticità rendono il lavoro degli MSP più strutturato, meno esposto a imprevisti e decisamente più scalabile. Inoltre, consentono di costruire modelli di servizio flessibili, adattabili alle esigenze specifiche di ciascun cliente.

Patching intelligente: dalla velocità alla strategia

Oggi, il valore del patch management non si misura solo nella velocità di distribuzione, ma nella capacità di adattarsi al contesto e al rischio: "Le soluzioni più avanzate adottano un approccio di patching intelligente, che consente di definire priorità basate sulla gravità della vulnerabilità, l'esposizione del sistema e la criticità dell'applicazione", dice.

È possibile segmentare gli endpoint in gruppi, eseguire rollout graduali, testare le patch in ambienti isolati e impostare eccezioni in caso di incompatibilità note: "Questo tipo di gestione dinamica riduce al minimo l’impatto operativo e rende il processo più affidabile e strategico, soprattutto in ambienti complessi come quelli gestiti dagli MSP", prosegue.

L’integrazione con RMM: la proposta Acronis

Acronis RMM, integrato nella piattaforma Cyber Protect Cloud, consente di gestire da un’unica console le attività di monitoraggio, protezione e aggiornamento dell’infrastruttura IT: "La soluzione offre funzionalità avanzate quali il rilevamento non intrusivo dei dispositivi, lo scripting assistito da AI e un patch management automatizzato e centralizzato. L’integrazione nativa tra sicurezza e gestione operativa riduce la complessità tecnica, aumenta l’efficienza dei team IT e contribuisce a migliorare la stabilità complessiva degli ambienti gestiti", conclude Zanatta.


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