Office e Photoshop CC piratati sotto attacco

Un malware attivo dal 2018 causa furto di dati personali e di denaro agli utenti di software illegali.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Ci sono anche utenti e aziende italiani fra le vittime dei cyberattacchi che colpiscono i sistemi con installati le versioni piratate dei software Microsoft Office e Adobe Photoshop CC. Sorvoliamo sull'illegalità dell'uso di simili programmi e concentriamoci solo sulla security. I ricercatori di Bitdefender hanno rilevato che le versioni "craccate" dei suddetti software vengono usate come porta d’ingresso per infettare i dispositivi.

A seguito degli attacchi, i cyber criminali sono entrati in possesso di dati sensibili, informazioni e denaro. Gli attacchi sono in corso dalla seconda metà del 2018 e sono tuttora attivi. Il report di Bitdefender riassume la lunga attività di monitoraggio della threat intelligence, che ha chiarito come agiscono gli attaccanti.

Tutto parte dalla genesi stessa dei programmi piratati. Per poterli usare senza legale licenza è necessario modificarne il codice sorgente rimuovendo o disabilitando le caratteristiche non desiderate. In genere viene rimossa la parte relativa alla protezione dalla copia.
Quasi sempre chi scarica e installa un programma illegalmente non ha le competenze per verificare che il codice sia "pulito", ed è qui che si innesca il meccanismo di hacking. Da un paio d'anni circolano programmi piratati nel cui codice è inserita una backdoor. Il programma funziona perfettamente, quindi l'utente non si rende conto che alcune informazioni vengono prelevate dal computer e inviate a server remoti di comando e controllo.

Fra i dati esfiltrati ci sono per lo più password, file locali, codici PIN o qualsiasi altra credenziale sensibile. Inutile dire che questo tipo di dato, una volta rubato, può essere rivenduto e/o usato per innescare attacchi successivi. Se l'utente del software illegale possiede un portafogli di moneta virtuale, come per esempio Monero, molto probabilmente sarà anche oggetto di un furto di denaro. Gli attaccanti infatti usano assumerne il controllo del portafoglio e di tutte le criptovalute in esso contenute. 

I rischi non finiscono qui, perché con tutta probabilità il cyber criminale di turno potrà anche accedere ai profili utente del browser Firefox. In questo caso la conseguenza più probabile può essere il furto dell'identità della vittima, oltre al furto di tutte le credenziali archiviate dal browser, della cronologia di navigazione e altro. Il pericolo in questo caso è altissimo, perché con l'hijacking dei cookie delle sessioni di navigazione i criminali informatici potranno anche bucare l'autenticazione a due fattori e accedere a servizi protetti.

La lista dei rischi sarebbe molto più lunga, ma quanto scritto è sufficiente per far capire i rischi collaterali che ci sono nell'uso di software illegali, a prescindere dal mancato pagamento della licenza e dalle relative conseguenze amministrative. Alla fine, il costo di un data breach come quelli descritti è di molto superiore a quello della licenza. Un buon software antimalware potrebbe intercettare la backdoor e bloccare le attività criminali, ma non è garantito che riesca a farlo.

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