Supporti per il backup: qual è il più adatto

Supporti esterni, soluzioni FTP e cloud backup. Sono queste le opzioni per tenere una copia di sicurezza dei dati. Aruba elenca pro e contro di ciascuna.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Su cloud, su pendrive, su un NAS. Le soluzioni per il backup in commercio abbondano. I tecnici di Aruba approfittano del World Backup Day 2020 per dare qualche indicazione non tanto sulle regole da seguire, quanto sui supporti da usare.

Il messaggio è semplice: pur di non perdere i dati, la copia è lecita su qualsiasi dispositivo: su un supporto fisico come un hardware esterno o una chiavetta USB, su un servizio di rete locale tramite un FTP privato o un secondo computer in rete. Oppure tramite un servizio di backup in cloud, che conservi i dati su server fisici all’interno di data center certificati.
Ogni soluzione ha punti a favore e contrari, per questo è importante la ridondanza delle copie di backup di cui oggi tanto si parla. I supporti fisici sono facili da usare, si scollegano facilmente dalla rete e sono facilmente trasportabili. Per contro, possono essere soggetti a malfunzionamenti, rotture e furti. Per fare che siano efficaci, inoltre, sarebbe buona norma conservarli lontano dalla fonte primaria dei dati, che sia essa il portatile di casa o il desktop dell'ufficio.

Per ridurre i rischi esposti sopra si può optare per il backup FTP. Ossia usando un sistema FTP privato o un secondo dispositivo collegato in rete.  Si riduce al minimo la possibilità di perdere i dati per cause di forza maggiore, ma la presenza in rete della copia di backup costituisce comunque un rischio.

Il massimo della sicurezza è dato dalla combinazione fra backup fisico e cloud cackup. Quest'ultima è l'opzione più flessibile e integrata. Anche perché le numerose proposte online sono tutte scalabili, ossia consentono di ampliare per step lo spazio utilizzato, di pari passo con l'incremento delle informazioni da archiviare.
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Altro vantaggio è che i file non vengono banalmente copiati, ma sono crittografati prima di essere archiviati. Questo permette di tutelarne la riservatezza anche in caso di data leak. L'operazione avviene in modo automatico e in tempo reale.

Non ultimo, se si sceglie un servizio certificato, i cloud server a cui sono affidati i dati sono protetti da sistemi di disaster recovery. Sono ridondati su siti secondari, così da garantire l'integrità del dato in ogni evenienza. La sottoscrizione dei servizi è immediata, e in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo a causa della pandemia da COVID-19 è una soluzione chiavi in mano anche per i singoli dipendenti, che non possono appoggiarsi all'infrastruttura aziendale per l'archiviazione istantanea.

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