Il parere di Axis Communications

Risponde Andrea Monteleone, National Sales Manager per l'Italia di Axis Communications.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Come si è evoluto il mondo delle soluzioni per il monitoraggio ambientale in azienda e fuori?


Nel corso degli anni le scelte e gli obiettivi che conducono a realizzare un monitoraggio ambientale sono cambiati. Una volta lo scopo della video sorveglianza era quello di verificare quanto accadeva. Oggigiorno il quadro ha assunto contorni diversi, più vasti. Non si tratta più, infatti, soltanto di utilizzare delle immagini registrate al fine di comprendere quello che sta succedendo, bensì di fare un uso trasversale di tutte le informazioni raccolte, per poi impiegarle nei diversi ambiti della security e della safety, magari anche unicamente per un puro utilizzo statistico.

Il monitoraggio ambientale si è dunque evoluto nel tempo, perché è diventato capace di sfruttare ogni tipo di informazione possibile, senza limitarsi a considerare unicamente le immagini e il loro significato circostanziato e fattuale. 

Quale ruolo giocano l'Intelligenza Artificiale e il machine learning in questo settore?


Nel processo evolutivo della videosorveglianza l’intelligenza artificiale e il machine learning giocano e giocheranno un ruolo via via più rilevante, perché, grazie all’incremento dei dispositivi che raccolgono dati dal territorio e dal suo contesto, il livello di complessità e di quantità delle informazioni è diventato imponente.

Pensare di delegare a una o poche persone la gestione di questa ingente mole di informazioni non è ipotizzabile: negli esseri umani la soglia di attenzione è destinata a cadere velocemente e di conseguenza il livello di errore sarebbe troppo elevato. Ecco che, allora, in questo processo di organizzazione delle informazioni le nuove tecnologie legate al machine learning e all’intelligenza artificiale si rivelano fondamentali, fungendo da intermediarie tra il sensore che raccoglie i dati e la persona deputata ad agire e a prendere decisioni.

In pratica, le nuove tecnologie filtrano l’enorme massa di informazioni, le valutano, le impacchettano, le classificano e scartano tutto quello che è irrilevante. Al contempo, comunicano al decisore i dati importanti che possono aiutare a prendere la decisione. Milioni di informazioni vengono pertanto vagliate con un setaccio che lascia passare solo quello che merita attenzione.

Tutto l’ingente lavoro portato avanti dalle nuove tecnologie mette l’essere umano in condizione di effettuare in tempi brevi decisioni corrette, per di più basate su elementi certi.  

Come devono essere gestiti i prodotti per la video sorveglianza – e di sicurezza in generale - per fare che non diventino essi stessi dei punti di ingresso per i cyber attacchi?


Effettuando un controllo costante e continuo lungo tutto la filiera. Sul fronte dell’hardware, per esempio, chi produce telecamere dovrebbe tenere traccia dei sub-fornitori, assicurandosi che siano affidabili. Lo stesso discorso, naturalmente, si applica a tutto quanto riguarda lo sviluppo del software e del firmware. Occorre mettere in atto le procedure necessarie per fare sì che organismi terzi, deputati al controllo, possano valutare il lavoro compiuto.

Il livello di attenzione deve restare costantemente alto così che, a fronte di una vulnerabilità rilevata, il vendor sia in grado di produrre in tempi rapidi una soluzione al problema. È poi indispensabile che questo tipo di approccio venga mantenuto costante nel tempo, in modo da coprire le necessità relative agli aggiornamenti perlomeno per tutto l’arco di vita di un prodotto. Non bisogna mai dimenticare, infatti,  che nel momento in cui un oggetto non viene aggiornato diventa vulnerabile e, con il mutare e l’evolversi delle tipologie di attacco, si rischia di essere  più esposti e fragili.

Perché se è vero che l’intelligenza artificiale è destinata a giocare un ruolo preponderante nel mondo della video sorveglianza, bisogna che essa sia costantemente pronta e bene attrezzata a fronteggiare nuove insidie.