Zero Trust continua a crescere

Una recente analisi di mercato evidenzia la crescita delle soluzioni di sicurezza Zero Trust. A spingerne l'adozione è la necessità di proteggere gli endpoint.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Uno degli effetti collaterali della pandemia è la crescita della domanda di soluzioni per la cyber security. Fra tutte le opzioni, lo Zero Trust è quello in maggiore crescita. Una proiezione elaborata dalla società di ricerca Research Dive calcola che il mercato globale della sicurezza Zero Trust registrerà un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 17,6%.

Zero Trust è una soluzione moderna di sicurezza informatica che funziona sul metodo della "fiducia zero". Per poter accedere a una risorsa protetta l'utente deve dimostrare chi è, che il dispositivo che usa è sicuro e che ha i permessi per accedere ad applicazioni e dati. Tutto con un processo di autenticazione semplice per non ostacolare la produttività.

Questa soluzione si è resa necessaria nel momento in cui sono aumentati gli attacchi mirati ed elusivi, che hanno permesso agli attaccanti di penetrare nell'infrastruttura IT parendo da risorse cloud, endpoint e altro, per rubare dati o bloccare le attività produttive. Per contrastarli le aziende devono trovare una mediazione per bilanciare privacy, protezione e sicurezza con le risorse disponibili, senza ostacolare la produttività.


Zero Trust offre questo, con soluzioni anche molto differenti da un'azienda all'altra. Il concetto indicato sopra è quello generico, ci sono poi varie declinazioni in funzione del tipo di soluzione, di autenticazione, della distribuzione e del tipo di azienda.

Nel caso delle soluzioni ci sono opzioni differenti a seconda che la necessità a cui far fronte sia la sicurezza di rete, la sicurezza dei dati, la sicurezza degli endpoint, l'automazione, l'orchestrazione della sicurezza e altri. Secondo l'analisi di Research Dive, il segmento in maggiore crescita è quello della sicurezza degli endpoint, che crescerà del 16,5%.

È un dato credibile, dato che gli attacchi informatici durante la pandemia si sono accaniti sugli endpoint, che erano più vulnerabili quando operavano al di fuori dell'ormai dissolto perimetro aziendale. In questo momento proteggere l'endpoint significa chiudere i potenziali punti di ingresso per gli attacchi alle reti aziendali, rafforzando di fatto quella che è diventata la prima linea di difesa della sicurezza informatica.

Chi usa l'endpoint deve autenticarsi. Nella scelta del tipo di autenticazione non c'è battaglia: quella a fattore singolo è ormai riconosciuta come inefficace, quindi è in forte crescita l'opzione dell'autenticazione a più fattori. Le soluzioni di questo secondo tipo stanno registrando a livello globale un fatturato in forte crescita. Altro elemento variabile è il tipo di distribuzione, che può essere in cloud o locale. La crescita maggiore sarà a vantaggio delle applicazioni cloud.

Il tipo di azienda sarà poi il fattore più influente sull'adozione dello Zero Trust. Ci sono infatti sostanziali differenze fra piccole e medie imprese e grandi imprese. Queste ultime faranno da apripista con la crescita più rapida, grazie anche all'economia di scala, che consente di ridurre i costi.

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