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Huawei: alla cybersecurity serve sempre trasparenza

Per Huawei la sicurezza cyber è comunque una disciplina tecnologica, per la quale la trasparenza è fatta di collaborazioni, standard, test condivisi

Autore: Redazione SecurityOpenLab

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Nel gran parlare che giustamente si fa oggi sulla cybersecurity non bisogna mai dimenticare che essa è prima di tutto “una disciplina tecnologica”, sottolinea Luca Piccinelli, Chief Cyber Security and Privacy Officer di Huawei Italia. E se si vuole realizzarla by design, come dovrebbe essere e come la società cinese intende fare, servono competenze e investimenti rilevanti.

Investiamo – ricorda Piccinelli - a livello globale circa il doppio di quanto fanno i nostri competitor e gli altri player in termini di risorse, di protezione di apparati e di effort in cybersecurity by design, anche nel rispetto degli standard e delle certificazioni di cybersecurity, che ricoprono a nostro avviso un ruolo molto importante”.

Per Huawei è anche molto importante dare un contributo concreto all'ecosistema di cybersecurity, collaborando con i suoi molti attori e in particolare aiutando a rafforzare le risorse e i programmi per il test e le certificazioni locali degli apparati di rete. “Pensiamo che investire in certificazioni italiane possa garantire non solo trasparenza agli apparati Huawei ma anche la sovranità digitale di cui tanto si parla”, spiega Piccinelli. Sovranità che non è necessariamente avere apparati prodotti localmente ma di certo apparati “controllati da laboratori italiani secondo linee guida condivise e standardizzate”.

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