Tech e manifatturiero più esposti agli attacchi informatici

Il settore manifatturiero è sempre più esposto agli attacchi cyber, quello telco è sfruttato per i supply chain attack. La minaccia cyber più comune resta tuttavia il phishing.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Gli attacchi ransomware sono tornati a crescere dopo il calo di metà anno, e crescono anche quelli ai danni delle supply chain. Il settore manifatturiero è sempre più coinvolto negli incidenti cyber. Sono questi alcuni dei dati inclusi nel Q4 2022 Threat Landscape Report edito da Kroll e relativo appunto agli ultimi tre mesi del 2022. Quello in esame è stato un periodo molto interessante perché ha visto il consolidamento di una serie di tendenze avviate nel corso dell’anno, a partire dal conflitto in Ucraina.

In particolare, secondo gli esperti di Kroll il 2022 ha complessivamente visto un panorama di minacce informatiche volatile e frammentato. A sconvolgere l’andamento del ransomware sono stati alcuni elementi in particolare, primo fra tutti lo scioglimento del gruppo di ransomware Conti: era il gruppo più grande e potente in attività, una vera e propria industria del cybercrime, e la chiusura delle sue attività a maggio 2022 ha comportato un calo temporaneo degli attacchi, che hanno ripreso nell’ultimo trimestre dell’anno. Gli affiliati di Conti si sono suddivisi in gruppi più piccoli difficilmente tracciabili; fra i grandi gruppi noti a dominare ora è LockBit, seguito a grande distanza da Hive, Black Basta, BlackCat e altri.


I settori più bersagliati dagli attacchi sono manifatturiero, sanitario, tecnologico e delle telecomunicazioni. Gli ultimi tre segnano la continuità rispetto al passato storico, e nel computo degli attacchi cyber subiti complessivamente troviamo il settore sanitario al secondo posto con il 13% del totale, il finance e le telco a seguire con il 12% ciascuno.

Questa classifica tuttavia non deve essere motivo di rallegramento: gli attacchi ransomware contro il settore della tecnologia e delle telecomunicazioni sono più che raddoppiati nel quarto trimestre del 2022, passando dal 5% del totale negli attacchi nel settore a una quota del 12%, con particolare riferimento ai fornitori di servizi. In sostanza, questi settori sono chiamati in causa negli attacchi alle supply chain come veicoli di infezione.

Il manifatturiero invece nel periodo di analisi ha registrato una crescita del 25% degli attacchi ransomware poiché gli aggressori cercano di sfruttare le minacce alla continuità aziendale. Nonostante questo, il vertical su cui si sono registrati più attacchi è quello dei servizi professionali, con una quota del 16% del totale.



In tutti i casi analizzati c’è un comune denominatore: il phishing, che secondo i rilevamenti di Kroll ha rimpiazzato le CVE/Zero-Day Exploitation come metodo di approccio più comune del 2022, raggiungendo il 52% dei casi totali, rispetto al 26% del 2021. In altre parole, oltre la metà delle catene di attacco si sviluppa a partire da una email dannosa. Ecco perché la compromissione delle email è stata la minaccia più comune del 2022 (33% dei casi), così come nel 2021, seguita da vicino da ransomware (32%) e accessi non autorizzati (25%).


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