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Le previsioni di Genetec

A cura di Rafael Martìn Enriquez, Direttore Sud Europa di Genetec

Autore: Redazione SecurityOpenLab - Tempo di lettura 4 minuti.

La cybersecurity è alla base dei processi operativi. Il panorama della sicurezza, tradizionalmente suddiviso tra ambito fisico e informatico, sta subendo una rapida e strategica convergenza. La protezione dei dispositivi IoT e periferici è diventata un requisito essenziale spinto dall'aumento della connettività dei sistemi di sicurezza.  

Il nuovo Rapporto sullo stato del settore per il 2026  pubblicato da Genetec evidenzia che la sicurezza non dipende più solo da telecamere e controllo accessi, ma da una solida collaborazione tra IT e processi decisionali aziendali. "La sicurezza si sta affermando come un vero motore dei risultati di business: supportando le aziende a lavorare con maggiore coesione, rispondere in modo più efficace e mantenere il focus sugli obiettivi a lungo termine", sottolinea Rafael Martìn Enriquez, Direttore Sud Europa di Genetec. Le imprese, di qualsiasi settore, hanno necessità di soluzioni innovative tecnologiche e cyber-resilienti che siano in grado di proteggere gli asset aziendali senza aggiungere costi o complessità di gestione.

Il confine tra minacce digitali e fisiche è in progressiva scomparsa rendendo la cybersecurity il presupposto ineludibile per tutti i processi operativi. Il successo nel 2026 apparterrà alle aziende che sapranno unificare la propria infrastruttura fisica con una rigorosa strategia di cybersecurity e governance IT.

I risultati del Rapporto di Genetec per il 2026, indicano un trend allarmante: il 37% degli intervistati ha segnalato un aumento degli incidenti di sicurezza fisica e/o informatica e questa percentuale sale fino al 48% se si includono le grandi aziende (oltre 10.000 addetti). Questa realtà ha innescato una reazione proattiva che non ammette ritardi: l'adozione di strumenti di cybersecurity è in costante crescita, e la percentuale di utenti che ha già implementato tali strumenti è salita al 34% (32% nello studio precedente). Ma ancora più significativo l'incremento nella pianificazione per il 2026: il 37% prevede di avviare nuovi progetti di cybersecurity con un aumento notevole rispetto al 24% rilevato nel sondaggio precedente. Questa urgenza è trainata in particolare dai professionisti IT, che nel 2025 hanno indicato gli strumenti di cybersecurity come una priorità (47%).

Il Report Genetec chiarisce anche quali siano le minacce informatiche che hanno registrato un aumento nel 2025: gli attacchi di phishing e smishing – basati sull’errore umano - si posizionano al primo posto (50%) seguito dal malware (41%). La minaccia principale è rappresentata dalle violazioni dei dispositivi periferici per accedere alle reti (40%), infatti, dispositivi IoT o sensori diventano la testa di ponte prediletta per la penetrazione aziendale, mentre gli attacchi di social engineering (come pretexting, deepfake, spear phishing, ecc.) hanno registrato il 36%. Per contrastare questo scenario ibrido, le aziende hanno adottato una duplice strategia di difesa: la formazione e sensibilizzazione del personale (70%) affiancata da misure tecniche di hardening dell'infrastruttura di sicurezza (46%) e la protezione dagli accessi non autorizzati (48%).

La cybersecurity è anche inestricabilmente legata all’ambito della governance. Dal Report emerge che gli obblighi normativi, di compliance (come il GDPR o le direttive verticali) e la sostituzione di sistemi legacy e obsoleti incidono per il 40% e stanno spingendo le aziende a rafforzare la resilienza informatica per migliorare l'archiviazione e la protezione dei dati sensibili.

Dall’indagine Genetec, l'Intelligenza Artificiale si posiziona tra le priorità principali per il 2026  come supporto decisionale rapido, in particolare nella ricerca e indagini sugli incidenti (55%) e nel filtrare e classificare automaticamente gli eventi (48%). Tuttavia, l'implementazione dell'IA suscita timori che riguardano principalmente la scarsa comprensione dell'AI (37%) e l'utilizzo dei dati (36%). Per le aziende le decisioni prese dall'AI, specialmente in ambiti delicati come la videosorveglianza e il controllo accessi, devono essere trasparenti e tracciabili per soddisfare gli audit di conformità e i controlli legali.

La sfida per i vendor è quindi andare oltre la mera performance algoritmica perché hanno la responsabilità di offrire soluzioni che garantiscano una rigorosa governance dei dati e una completa trasparenza integrando la cybersecurity e la residenza dei dati sin dalla fase di progettazione.

Le aziende cercano flessibilità di implementazione e scalabilità, infatti, dal Report emerge che le soluzioni basate su architettura aperta rappresentano una priorità per il 2026 perché garantiscono la libertà di scegliere i dispositivi e le applicazioni più idonei ai propri processi operativi. Questo approccio estende la vita utile delle infrastrutture esistenti e permette di integrare i servizi cloud solo laddove garantiscano il massimo valore aggiunto, mitigando al contempo i rischi del cosiddetto vendor lock-in.

Il dibattito sull'adozione del cloud è giunto a un livello di consapevolezza maturo. La scelta di un unico modello di deployment è superata: il settore predilige chiaramente l'approccio ibrido (hybrid-cloud). Le aziende scelgono dove posizionare i carichi di lavoro (on-premise, cloud o ibrido) basandosi su un'analisi rigorosa di performance, costi e, soprattutto, requisiti di residenza dei dati. Non a caso, il 43% degli utenti prevede di adottare maggiormente il modello ibrido nei prossimi cinque anni.

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