CISO Benchmark Report 2020: la complessità è controproducente

Cisco ha presentato l'edizione 2020 del CISO Benchmark Report. Evidenzia l'esigenza condivisa di semplificare la gestione della sicurezza per ottenere una maggiore efficienza.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Contrastare la complessità. È questa la necessità sempre più impellente dei CISO, e in generale di chi ha la responsabilità di gestire la cyber sicurezza nelle imprese. È questo, fra i tanti, il risultato più importante emerso dall'edizione 2020 del Cisco CISO Benchmark Study. Stefano Vaninetti, Country Leader Sales Security Organization di Cisco, ha presentato alla stampa i punti salienti della ricerca, che è giunta alla sua sesta edizione.

A questo giro ha coinvolto 3000 intervistati in 13 Paesi, fra cui l'Italia. Sono CISO, security decision maker o comunque persone all'interno della propria azienda prendono decisioni sulla cyber security. Il titolo, ideato prima della pandemia di coronavirus, si è dimostrato decisamente adatto alle circostanze che stiamo vivendo: mettere in sicurezza quello che c'è ora e quello che ci sarà.
Stefano Vaninetti, Country Leader Sales Security Organization di CiscoInfatti il focus era incentrato sulle 20 considerazioni di cyber security che i responsabili delle aziende devono tenere in considerazione. Il primo punto critico riguarda le metriche che interessano oggi alle aziende per valutare le prestazioni e gli impatti sulla sicurezza. La principale è il time to detect, ossia la capacità di rilevare una minaccia all'interno del proprio perimetro. Il time to remediate è l'altro parametro che si riporta all'executive board. Una volta identificate le minacce, misura la capacità di tornare alla normalità. Più si prolunga il time to remediate, più il core business è fermo.

Troppi strumenti sono controproducenti

L'altro parametro di grande importanza è la Cyber fatigue. Identifica un nodo nevralgico della gestione della sicurezza informatica, perché rileva la complessità e le difficoltà con cui si confrontano gli addetti alla sicurezza per gestire il lavoro e affrontare le minacce.

Non è un dato nuovo, di anno in anno variano le percentuali, ma è noto da tempo che maggiore è la Cyber fatigue, minore è l'efficienza nel contrasto alle minacce. Fatica che è dovuta in parte a fronteggiare un numero di minacce sempre crescente. Ma anche dall'uso di un numero eccessivo di strumenti, che non permettono di avere un controllo centralizzato della situazione.

Per questo Cisco investe da anni in strumenti integrati, che hanno portato alla realizzazione di SecureX, la nuova piattaforma in cloud per la sicurezza che si propone come unico strumento di controllo e gestione per tutta l'infrastruttura aziendale.

Tornando alla ricerca, per la quasi totalità degli intervistati gestire ambienti multipli di produttori differenti è molto difficoltoso. Per questo sono molte le aziende che decidono di trasferire la gestione all'esterno. Per dare un'idea, la sola gestione degli altert richiede moltissimo tempo. Il 30% degli intervistati riferisce di dover gestire, correlare e filtrare oltre 50mila allarmi ogni giorno. Alert provenienti da applicazioni diverse.
Questo spiega un trend che è in corso da anni, che porta al consolidamento dei partener tecnologici che un'azienda porta avanti. In Italia oltre il 90% delle aziende sta facendo una spiccata vendor consolidation. Significa che sono sempre di più le imprese che lavorano con pochi fornitori, nell'ottica di portare avanti il processo di semplificazione nella gestione.

Un altro tema scottante è quello della gestione delle vulnerabilità. Vaninetti conferma che spesso bisogna lavorare sulle basi. Ossia ci si trova a intervenire in situazioni in cui i sistemi non sono aggiornati. Una violazione delle regole di base sulla cyber security, secondo le quali tutti i sistemi dovrebbero ricevere le patch dal giorno zero in cui vengono pubblicate. Questo causa una maggiore esposizione alle cause più frequenti di downtime, che nell'ordine sono malware, spam, phishing (con ransomware e spyware di conseguenza).
Complessivamente le risposte che riguardano l'Italia tratteggiano una grande efficienza da parte delle imprese del Belpaese. Impressione che poi non si concretizza sempre nei fatti. Le risposte ottimiste possono in parte essere in parte dovute a un certo livello di inconsapevolezza. Vaninetti tuttavia denota un interesse sempre più crescente verso le minacce informatiche e un'esigenza sempre più chiaramente espressa di innalzare gli standard di sicurezza.

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