Sophos vittima di data leak, clienti avvistati

Un data leak ha esposto i dati di alcuni clienti Sophos che avevano contattato l'assistenza. Un numero limitato di persone che è già stato contattato. Il problema nel frattempo è stato risolto.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Le aziende di cyber security non sono esenti dagli attacchi alla sicurezza informatica. Lo dimostra il fatto che Sophos è stata vittima di un data leak. Nei giorni scorsi ha contattato un "piccolo sottoinsieme" di clienti per avvisarli che i loro dati sensibili sono stati esposti a seguito di una violazione della sicurezza scoperta lo scorso martedì. Colpa di uno strumento che l'azienda ha usato per archiviare le informazioni degli utenti che hanno contattato l'assistenza, e che non era stato configurato correttamente.

L'email era molto sintetica: "Il 24 novembre 2020 Sophos è stata informata di un problema di autorizzazione di accesso in uno strumento utilizzato per archiviare le informazioni sui clienti che hanno contattato il supporto Sophos".

L'azienda precisa altresì di avere prontamente risolto il problema. Non risulta alcuna informazione circa l'autore della scoperta della falla. Considerato che si è premurato di avvisare l'azienda, con tutta probabilità si tratta di un ricercatore per la sicurezza, a cui sono dovuti i ringraziamenti.

Quanto alle informazioni sottratte, si tratta di nome, cognome, indirizzo email e numero di telefono. Tutte informazioni legate al contatto avuto fra i clienti e il servizio di assistenza, che è stato l'origine del problema. Oltre a chiudere la falla, Sophos ha sottolineato di avere implementato misure aggiuntive per garantire che le impostazioni delle autorizzazioni di accesso siano sicure. A chiudere la comunicazione, la solita frase di rito in cui sottolinea che "la privacy e la sicurezza dei clienti sono sempre la nostra priorità".

Attacchi alle aziende di cyber security 


All'inizio del 2020 Sophos ha risolto una vulnerabilità zero-day di SQL Injection suo XG Firewall, quando i cyber  criminali la stavano già sfruttando usando il malware trojan Asnarök. L'attività era mirata a sottrarre nomi utente e password degli utenti dei firewall. La stessa falla è stata sfruttata nel tentativo (fallito) di diffondere il payload del ransomware Ragnarok sui sistemi Windows delle aziende che aveva in uso i Firewall di Sophos.

A luglio 2020 Palo Alto Networks, altra azienda fiore all'occhiello della sicurezza informatica, ha dovuto chiudere una vulnerabilità critica e facilmente sfruttabile del sistema operativo PAN-OS installato nei suoi firewall. 
Nello stesso mese Cisco ha chiuso 34 vulnerabilità che affliggevano router e firewall VPN delle serie RV e Cisco Prime License Manager. Alcune consentivano l'esecuzione di codice remoto e l'escalation dei privilegi. Nella stessa settimana F5 ha corretto 8 vulnerabilità e tre giorni dopo si sono registrati i primi tentativi d'attacco, Citrix ha dovuto vedersela con 11 vulnerabilità che interessavano i dispositivi di rete Citrix ADC, Citrix Gateway e Citrix SD-WAN WANOP.

La lista degli esempi sarebbe lunghissima. Il concetto è che le aziende di cyber security fronteggiano gli attacchi alla cyber security come e più delle altre imprese. Un attacco non è quindi motivo di imbarazzo, nel momento in cui viene scoperto per tempo e corretto prontamente.

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