Attacchi brute force contro RDP raddoppiati fra marzo e maggio

Nel periodo del lockdown ESET ha registrato fino a 100.000 attacchi brute force al giorno contro le connessioni RDP. I consigli per la prevenzione.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Il bilancio sugli attacchi al Remote Desktop Protocol non accenna a diminuire. Anzi, i numeri raccolti da ESET confermano che il numero di attacchi brute force giornalieri contro Windows RDP è raddoppiato durante il lockdown. Il dato completa la fotografia scattata da Kaspersky fra marzo e aprile, quando iniziò l'impennata di queste azioni criminali.

Come avevamo precisato a suo tempo, non c'è da sorprendersi. Il lockdown ha costretto milioni di persone a lavorare da casa, e molti hanno dovuto appoggiarsi all'RDP per lavorare con PC e workstation rimasti in ufficio. I cybercriminali, sempre pronti a sfruttare ogni occasione, hanno sfruttato le connessioni esposte per fare breccia nel sistema e attaccare la rete aziendale. 

La triangolazione delle informazioni si è chiusa poi con i dati di Shodan, il motore di ricerca per i dispositivi connessi a Internet. Una ricerca sancisce che ad aprile si è registrato un aumento del 41% del numero di endpoint RDP esposti online.
Tentativi di attacchi RDP al giorno contro client univoci  Per dare qualche numero concreto, tra dicembre 2019 e febbraio 2020 si registravano circa 40.000 attacchi brute force giornalieri contro le connessioni RDP. Da febbraio il numero ha raggiunto 80.000, ad aprile e maggio ha superato i 100.000.

ESET ha indagato anche sugli scopi degli attacchi: in alcuni casi l'obietto era installare una backdoor. In altri era attivare un cryptominer per intascare guadagni passivi con il minimo sforzo. In altri ancora l'installazione di malware o ransomware poteva portare a proventi o al furto di credenziali

Dopo avere compromesso una connessione RDP la prima azione è sempre cancellare i file di registro per rimuovere ogni traccia delle attività criminali. A questo punto subentra l'installazione di strumenti malevoli. In caso di malware o ransomware c'è spesso la disattivazione dei backup pianificati e la cancellazione delle copie shadow.

Come prevenire gli attacchi

Purtroppo il successo degli attacchi brute force ai danni dell'RDP è spesso dovuto a errori grossolani da parte delle vittime. Nella maggior parte dei casi l'attacco va a buon fine perché la protezione degli accessi RDP è affidata a password troppo semplici. Occorrono chiavi lunghe e complesse, preferibilmente associate a ulteriori livelli di autenticazione o protezione.
Paesi con il maggior numero di indirizzi IP bloccatiInoltre, ESET consiglia di disabilitare il Remote Desktop Protocol se non viene usato. In caso sia indispensabile, è doveroso ridurre al minimo il numero di utenti autorizzati a connettersi direttamente ai server dell'organizzazione tramite Internet.

La connessione dovrebbe inoltre avvenire tramite rete privata virtuale (VPN) e dovrebbe essere installato un firewall perimetrale che impedisca le connessioni esterne ai computer sulla porta 3389 (TCP/UDP) o a qualsiasi altra porta RDP.

Non ultimo, i computer con software o sistemi operativi non più aggiornabili dovrebbero essere disconnessi dalla rete e sostituiti il prima possibile.

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