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Hacking contro Twitch confermato, i possibili moventi

La supremazia nello streaming dei video game e lo scontento per gli atteggiamenti omofobi potrebbero essere alla base dell'hack che ha portato alla pubblicazione online dei dati rubati durante l'attacco a Twitch.

Consumer

Twitch, la popolare piattaforma di streaming video live di Amazon, ha ammesso l'intrusione nella propria rete che ha portato alla pubblicazione di dati aziendali. "Abbiamo appreso che alcuni dati sono stati esposti su Internet a causa di un errore di configurazione del server Twitch, a cui è stato successivamente effettuato l'accesso da una terza parte dannosa. I nostri team stanno indagando sull'incidente" si legge in una nota ufficiale.

Il servizio è massivamente usato per trasmettere videogiochi in diretta streaming, e proprio i creator sono finiti nel mirino degli attaccanti, che hanno pubblicato un massiccio dump di dati sulla bacheca anonima di 4Chan. In tutto si parla di 125 gigabyte di informazioni riservate, fra cui il codice sorgente di Twitch, i dati sui pagamenti agli streamer e altro.

La buona notizia è che i dati personali degli utenti di Twitch al momento sembrano esclusi da quelli esfiltrati, così come le informazioni relative alle carte di credito. Secondo alcune fonti di stampa straniere, tuttavia, ad alcuni utenti sarebbero stati caldeggiati il cambio di password e l'attivazione dell'autenticazione a due fattori.

L'azione criminale, comunque, ha causato un forte impatto emotivo: appena diffusa la notizia, si sono impennate su Google le ricerche con chiave "come eliminare Twitch". Un chiaro tentativo di proteggere sé stessi e i propri dati.

https://twitter.com/Twitch/status/1445985601174392835?s=20

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Marcus Fowler, Director of Strategic Threat di Darktrace, ha commentato che "Sulla base delle informazioni disponibili [...] questa violazione si pone sulla scia dell'hack avvenuto a metà settembre ai danni dell’azienda di web hosting Epik, nota per offrire i propri servizi a website di organizzazioni di destra, confermando uno dei trend emergenti: gli attacchi condotti da malintenzionati che operano in linea con la propria percezione del codice etico o della responsabilità sociale.

Le prime analisi sembrano indicare che la violazione sia avvenuta passando da un provider esterno di Twitch, il che ricorda alle aziende che sono protette solo se e nella misura in cui anche la loro supply chain lo è. In questo caso, come per molti altri attacchi informatici avvenuti negli ultimi mesi, è probabile che le conseguenze per Twitch saranno significative, sia in termini di reputazione che finanziari.

La perdita dei creator payload, i dati sui pagamenti fatti ai creatori su Twitch,sarebbe stata relativamente facile da calcolare manualmente (anche se dispendiosa in termini di tempo) anche prima dal data leak, ma il fatto che fossero raccolti tutti nello stesso posto ha fornito ai truffatori un ampio elenco di individui e organizzazioni con un patrimonio netto elevato, obiettivi da poter considerare anche per azioni successive".

La matrice dell'hacking

L'unica informazione nota sul movente è il messaggio pubblicato dagli autori della pubblicazione su 4Chan, secondo cui l'irruzione sarebbe motivata dall'esigenza di promuovere la concorrenza nello streaming video. È fuori di dubbio che Twitch sia attualmente il più grande sito di streaming di videogiochi al mondo, e che la concorrenza fatichi a contrastarne la supremazia. Questo non giustifica un'azione criminale.

Non è una giustificazione nemmeno l'ipotesi della relazione dell'hack con il malessere causato dell'atteggiamento poco politically correct di una parte della community, definita dagli attaccanti "un disgustoso pozzo nero tossico". Il riferimento è al fenomeno degli hate raid, che nell'ultimo mese hanno reso la piattaforma poco ospitale per gli streamer che non hanno la pelle bianca e non sono eterosessuali.

È il motivo per il quale, civilmente e correttamente, gli utenti onesti di Twitch hanno sottoscritto una denuncia virtuale in cui espongono la loro indignazione per la raffica di abusi razzisti, sessisti e omofobi sulla piattaforma. Da un mese a questa parte è diventato virale l'hashtag su Twitter #TwitchDoBetter, che riassume le proteste dei giocatori di sesso femminile, non bianchi e LGBTQ.

Accusano Twitch di non arginare i troll di Internet che scatenano gli hate raid. Al contrario, i gestori della piattaforma sostengono di essere al lavoro per migliorare gli strumenti di tutela dagli abusi. Inoltre hanno

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