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Italiani terzuItimi al mondo nella conoscenza della cybersecurity

Nonostante cresca la disponibilità di soluzioni per la protezione cyber, cala la consapevolezza sui temi della privacy online e della cybersecurity.

Tecnologie/Scenari

Sulla carta gli italiani sanno come si crea una password sicura (anche se poi non agiscono di conseguenza), ma sono rari i connazionali a conoscenza degli strumenti online per proteggere la propria privacy. A livello globale, le persone di età compresa fra 30 e 54 anni si sono dimostrate quelle con le migliori conoscenze di cybersecurity. Sono questi alcuni degli esiti del National Privacy Test, un sondaggio ad accesso libero a cui nel 2023 hanno partecipato 26.174 utenti da 175 Paesi, rispondendo alle 23 domande per valutare la propria conoscenza in ambito di privacy online.

Sono proprio gli esiti di tale sondaggio a piazzare i cittadini italiani al terzultimo posto nel ranking mondiale quanto a conoscenza di cybersecurity e privacy su internet. Più precisamente, solo il 3% degli italiani ha una buona conoscenza degli strumenti online che proteggono la privacy e solo 1 su 10 sa quali dati vengono raccolti dagli ISP. NordVPN, che ha promosso il sondaggio, precisa che il tallone d’Achille degli italiani sono le tecniche usate dagli hacker per far sembrare un indirizzo internet sicuro anche quando non lo è: è il cosiddetto spoofing degli indirizzi URL, in cui abbiamo totalizzato il voto più basso a livello mondiale.

Su questo tema sono ben meglio formati i cittadini di Polonia e Singapore, che si sono classificate al primo posto con un punteggio di 64/100, seguiti da quelli di Germania e Stati Uniti (63/100). Terzi in classifica sono stati Regno Unito, Austria e Portogallo (62/100). Complessivamente c’è poco di cui rallegrarsi, dato che a livello globale la consapevolezza in tema di privacy online e cybersecurity sta calando di anno in anno, di pari passo con l’incremento delle soluzioni di sicurezza disponibili. Questo apparente controsenso dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che oltre ai prodotti per la sicurezza occorre una formazione per tutti gli utenti mirata a far assimilare e usare le best practice di settore.


Mal comune mezzo gaudio

Se l’Italia è andata malissimo sulla consapevolezza in tema privacy, la Francia non se l’è cavata molto meglio: i cugini transalpini hanno ottenuto il terzo peggior risultato. Anche gli spagnoli non se la sono cavata benissimo, ottenendo risultati fra i più bassi del mondo in varie categorie. I nostri “vicini” iberici sembrano avere problemi simili a quelli degli italiani, e dovrebbero informarsi di più sui rischi per la privacy e la sicurezza dei dispositivi connessi a Internet.

Applausi

Passando alle note positive, rispondendo al sondaggio gli italiani hanno dimostrato di essere bravi a creare password solide (97%) e a far fronte a offerte sospette da parte di servizi di streaming (92%). Difficile quindi spiegarsi gli esiti di altre ricerche, da cui risulta un imbarazzante numero di password banali. I connazionali conoscono altrettanto bene i rischi che si corrono salvando i dati relativi alle carte di credito sul proprio browser, o quelli che derivano dall’utilizzo di password simili su diversi account (85%).


Interessante è anche la comparazione dei risultati attuali con quelli del 2021: un maggior numero di utenti italiani sa che cosa fare in caso di attacco phishing (il 58%, contro il 49% del 2021), ma è in calo la percentuale di coloro che conoscono la capacità di Facebook di raccogliere dati sulle persone non iscritte alla piattaforma (era il 60% nel 2021 rispetto al 48% del 2023).

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