Due gruppi Telegram sono stati chiusi per compravendita di green pass falsi. Sotto sequestro smartphone e altri strumenti digitali di due persone che partecipavano alle discussioni.
Green Bypass 2.0 e Vendita Green pass autentico sono i due canali Telegram che sono stati sequestrati e oscurati su mandato della Procura Distrettuale di Catania. Com'è facile intuire dai nomi, i canali in questione proponevano la vendita di green pass falsi. Il prezzo era di 250 euro, da corrispondere in criptovaluta.
Il primo dei due canali in elenco era quello più popolare, con oltre 5.000 iscritti. L'altro contava solo 120 utenti, quindi aveva un peso marginale. Gli inquirenti sono riusciti a identificare due persone iscritte a tali gruppi e hanno proceduto con le perquisizioni delle abitazioni e dei rispettivi strumenti informatici. Smartphone e altri supporti informatici sono stati posti sotto sequestro e verranno analizzati per fare luce sulle effettive responsabilità.
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L'indagine ha preso il via da alcune segnalazioni della Digos, che hanno portato alle indagini da parte della Polizia Postale e al conseguente mandato di sequestro preventivo dei due canali da parte della Procura Distrettuale di Catania, convalidato dal Giudice per le indagini preliminari.
L'allarme sulla presenza di attività criminali su Telegram è scattato diversi mesi fa e sono ormai frequenti le notizie che riferiscono di gruppi che portano avanti illeciti a vario titolo su questa app. Il mercato dei Green pass falsi è solo la punta dell'iceberg. Sono frequenti ormai attività quali la compravendita di dati rubati, frodi online, hacking, marketing e pianificazione di cyber attacchi.
Nel caso specifico della compravendita di Green pass falsi, Telegram è uno scenario ideale perché è più accessibile del dark web ai cittadini comuni che non hanno dimestichezza con l'informatica. I clienti in questo caso non sono hacker, ma no-vax che cercano una strada al di fuori della legalità per aggirare le restrizioni alla mobilità riservate a chi non è in possesso del certificato verde.
Sulla carta Telegram offre maggiori garanzie sulla privacy degli utenti rispetto a WhatsApp e agli altri canali convenzionali. Chiunque può iscriversi usando solo un numero di cellulare che resta nascosto a tutti gli altri utenti, e creare gruppi e canali senza registrarsi con un host web. Come dimostra la vicenda di Green Bypass 2.0, tuttavia, tale garanzia non è assoluta.
La fama di Telegram ha portato questo social ad essere monitorato con attenzione e costanza sia dagli esperti di sicurezza informatica per sventare frodi e attacchi, sia dalle forze dell'ordine, ormai consce che nei suoi gruppi si fomentano istigazioni all'odio, attività che generano problemi di ordine pubblico e altri illeciti che hanno ripercussioni dirette nella vita reale.
Anche la proverbiale lentezza dei gestori di Telegram a collaborare con le autorità sembra venire meno. Del resto, essere apprezzati solo come custodi di delinquenza e illegalità non è qualcosa di cui fare vanto.