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Russia arresta 14 membri del gruppo ransomware REvil

14 persone arrestate e quasi cinque milioni di euro sequestrati è il bilancio della prima azione tangibile della Russia contro i gruppi ransomware.

Tecnologie/Scenari

Dopo ripetute pressioni da parte dei Governi occidentali affinché la Russia cooperasse nella lotta contro il cybercrime, finalmente qualcosa si muove. Le autorità russe hanno affermato di aver smantellato il gruppo ransomware REvil e arrestato 14 dei suoi membri. È l'ufficio di intelligence russo FSB ad affermare che il gruppo ha "cessato di esistere".

Stando a quanto riferito dalle fonti ufficiali e riportato dalla BBC, l’agenzia ha agito dopo avere ricevuto informazioni sul gruppo REvil da parte degli Stati Uniti. Oltre agli arresti, l’operazione ha comportato anche il sequestro dell’equivalente in rubli di circa 4.800.000 euro, di cui oltre 500.000 euro in criptovalute e di 20 automobili che erano state acquistate con i proventi dei crimini.

L’azione di per sé rappresenta un importante punto di svolta nella lotta al cyber crime, ed è senza dubbio un forte segnale distensivo compiuto da Mosca nei confronti dell’Occidente.

L’agognata cooperazione russa

Per anni la Russia ha ignorato e negato le accuse di dare ospitalità ai cyber criminali che attaccano obiettivi occidentali. Nel corso del vertice di Ginevra tenuto la scorsa estate, il presidente russo Putin e il presidente degli Stati Uniti Biden hanno iniziato a intavolare un confronto sulla possibile collaborazione per combattere la piaga del ransomware.

Gli appelli si sono ripetuti più volte durante l’ultimo anno, ma anche gli esperti più ottimisti non confidavano in un esito positivo delle trattative. Sicuramente nessuno si aspettava un’azione tanto forte da parte di Putin: avere messo Ko REvil, il gruppo più prolifico e famigerato in attività, equivale a dare un messaggio chiaro: la festa dentro ai confini russi è finita.


La Casa Bianca non può che rallegrarsi per quanto accaduto, anche perché stando alle dichiarazioni ufficiali “una delle persone arrestate era responsabile dell'attacco contro Colonial Pipeline". Resta da capire se la luna di miele fra Russia e Stati Uniti proseguirà, e se la cooperazione si spingerà fino all’estradizione dei sospettati affinché siano processati negli USA (che peraltro a suo tempo hanno promesso una ricompensa di 10 milioni di dollari a chi dovesse consegnarli).

La questione ucraina

La buona notizia è da prendere con le pinze, dato che è impossibile estrapolarla dal contesto internazionale in cui si è sviluppata. Sullo sfondo c’è l’attacco contro i siti governativi ucraini, per i quali Kiev domenica ha formalmente accurato la Russia di essere il mandante. A sua volta, dietro a tali attacchi c’è un’altissima tensione sul piano politico e militare.


Politicament,e Mosca vuole impedire l’ingrasso dell’Ucraina nella NATO e l’espansione di quest’ultima. Per rafforzare il messaggio il Cremlino ha disposto le sue truppe vicino al confine ucraino. La partita è complessa perché l’occidente minaccia nuove sanzioni contro Mosca e promette appoggio all’Ucraina.

Avere soddisfatto le richieste statunitensi di collaborazione contro il cybercrime, in questo momento ha tutta l'aria di essere una moneta di scambio per la partita che si sta giocando in Ucraina.

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