I dati delle persone coinvolte nel programma Restoring Family Links della Croce Rossa sono stati rubati durante un attacco a un fornitore. L’appello agli hacker: non diffondete quelle informazioni!
La Croce Rossa ha pubblicato un comunicato ufficiale sulla sua pagina web implorando gli attaccanti di non divulgare dati rubati durante un attacco a un suo fornitore, che ha comportato il data leak delle informazioni riservate su 515.000 persone altamente vulnerabili.
Fra tutti gli attacchi informatici a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni, probabilmente quello alla supply chain del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) è il più odioso. I cyber criminali hanno colpito un fornitore svizzero di servizi di archiviazione e ha rubato i dati delle persone incluse nel programma Restoring Family Links della Croce Rossa, che si occupa di assistere e riunire le famiglie separate da conflitti, migrazioni o disastri, e le persone scomparse e le loro famiglie.
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L'hack ha costretto la Croce Rossa a chiudere i sistemi IT che supportano il programma, ma la sua preoccupazione maggiore è l’eventualità che i dati compromessi vengano divulgati, mettendo a rischio la vita delle persone protette a assistite dalla Croce Rossa e dalla Mezzaluna Rossa e delle loro famiglie.
Nell’appello pubblico l’ente umanitario si rivolge direttamente agli attaccanti: "le vostre azioni potrebbero causare danni e dolore a coloro che hanno già sopportato sofferenze indicibili. Le persone reali, le vere famiglie dietro alle informazioni di cui siete in possesso sono tra le meno potenti del mondo. Per favore, fate la cosa giusta. Non condividete, non vendete, non divulgate e non utilizzate quei dati in alcun modo."
L’ente scrive altresì di non avere alcuna informazione sugli autori dell’attacco e di non sapere perché lo abbiano fatto. In realtà sappiamo che la maggior parte dei criminali informatici ruba i dati personali per rivendere le informazioni a scopo di lucro. E sappiamo altresì che dall’inizio della pandemia gli ospedali e le organizzazioni sanitarie sono sotto al fuoco di fila. Tuttavia non si capisce quale guadagno si potrebbe trarre delle informazioni di alcune delle persone più vulnerabili al mondo.
I dati, precisa la Croce Rossa, provenivano da almeno 60 Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in tutto il mondo. Nell’immediato CICR si metterà al lavoro con le delegazioni sul campo per trovare il modo di contattare e allertare le persone e le famiglie coinvolte, e far comprendere loro i rischi che potrebbero dovere affrontare nel caso in cui i dati fossero divulgati.
Gli esperti di cyber security reputano di essere di fronte alla più grande violazione dei dati nella storia del CICR e, considerando la sensibilità dei dati sottratti, di tutte le organizzazioni umanitarie fino ad oggi. È in fase di valutazione la possibilità di chiedere aiuto ai governi che hanno sottoscritto le Convenzioni di Ginevra per riprendersi da questo evento.
David Masson, Director of Enterprise Security di Darktrace, commenta che “questo attacco è un esempio infelice, quanto devastante, del fatto che nessun individuo e nessuna organizzazione sia immune dalle minacce informatiche. Il danno reputazionale non è niente in confronto ai rischi di cui possono essere vittime individui e gruppi già di per sé molto fragili.
Se gli hacker non restituiranno i dati sottratti, è auspicabile che la Croce Rossa riceva almeno l'aiuto e il sostegno di cui ha bisogno per trovare e mettere al sicuro nuovamente le proprie informazioni rapidamente, rassicurando e cercando di ripristinare la fiducia di chi ogni giorno si affida all'organizzazione, garantendo che i suoi programmi assistenziali siano sempre operativi.”