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Messaggio vocale perso è la nuova frontiera del phishing

La nuova esca di phishing che piace agli attaccanti è la finta notifica di messaggio vocale perso.

Vulnerabilità

Qualsiasi pretesto va bene pur che sia efficace nel trarre in inganno una potenziale vittima. Si potrebbe definire così la nuova esca di phishing che sta diventando sempre più popolare fra i criminali informatici, che spediscono alle potenziali vittime una email camuffata da notifica relativa a un messaggio vocale smarrito.

Come sempre, il testo ingannevole pone prima il problema, poi una soluzione “a portata di mano”, che in questo caso consiste nel fare clic sul pulsante Anteprima messaggio vocale. Sembra tutto facile e trasparente, in realtà chi abbocca viene reindirizzato a un sito di phishing: la pagina richiede agli utenti di accedere utilizzando le credenziali di accesso del proprio account email, che vengono prontamente incassati dagli attaccanti. Da qui si innesca l’ormai noto circolo vizioso della compravendita sul dark web, degli Initial Access Broker e dell’avvio di attacchi di vario tipo, fra cui i ransomware.

Tecnicamente l’esca è soprannominata Missed Voicemail Phishing ed è impiegata in una campagna di spam molto capillare e su vasta scala, in cui vengono spedite ondate di email ingannevoli in contemporanea. Quello del messaggio vocale è solo l’ultimo dei pretesti, in un contesto cyber in costante crescita, come conferma l'Anti Phishing Working Group, che certifica il raddoppio degli attacchi di phishing lo scorso anno.


Perché le email sono così interessanti? Lo spiega Candid Wüest, Acronis VP of Cyber Protection Research le email sono particolarmente prese di mira dai cyber criminali poiché in genere sono collegate ad account, piattaforme e servizi. Attraverso account di posta elettronica dirottati, è possibile ottenere l'accesso e il controllo sui contenuti a essi associati. “Le ricerche dimostrano sempre di più che la posta elettronica è il punto di ingresso preferito dai criminali informatici che mettono in atto attacchi ransomware, violazioni della supply chain e altre incursioni che costano molto alle aziende in termini di tempi di inattività e perdita di dati”.

Una prima barriera di difesa sarebbe la formazione, seguita a stretto giro dall’attivazione dell’autenticazione a più fattori, che secondo Acronis è stata completata solo dalla metà delle persone. Un aiuto attivo nella difesa – conclude Acronis – potrebbe arrivare dagli MSP, che grazie al rapporto diretto con i clienti possono presentare loro i problemi e spingerli a rafforzare e aggiornare le difese informatiche contro gli attacchi via email come spoofing, phishing e compromissione della posta elettronica aziendale.

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