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Bug zero-day di Cisco IOS XE: a che punto siamo

Anche se Cisco rilascerà le patch necessarie, l'attacco è troppo ben organizzato per non restare un elemento di rischio generale

Vulnerabilità

Non sarà un problema risolto in pochi giorni la vulnerabilità dell'interfaccia web di Cisco IOS XE, il sistema operativo di molti dispositivi di rete dell'azienda americana. Cisco sta lavorando alle patch necessarie e la finestra "ufficiale" di attacco zero-day si chiuderà a breve, quindi in circa una settimana. Ma le cattive abitudini delle imprese potrebbero rendere le cose molto più complicate.

Ma prima, i fatti. Gli attacchi di cui trattiamo sono in corso da - pare - circa un mese e permettono di penetrare in switch e router (fisici o virtuali non importa) e prenderne il controllo. Si tratta di un attacco in due fasi, che in effetti sfrutta due bug del sistema operativo IOS XE.

Il primo scoperto, classificato CVE-2023-20198, è stato usato dagli attaccanti per avere, sui dispositivi colpiti, il massimo livello di privilegi. A questo punto si crea un utente locale, con normali privilegi di accesso. Questo account apparentemente innocuo diventa poi pericoloso perché viene poi usato per sfruttare una seconda vulnerabilità dell'interfaccia web, catalogata CVE-2023-20273, che in sostanza permette all'account "pirata" di eseguire qualsiasi tipo di comando sul dispositivo ormai compromesso.

Le analisi di Cisco hanno indicato che i due bug, sinora sconosciuti, sono stati la base per una campagna di attacchi che potrebbe essere partita già lo scorso 18 settembre e che sembrava essersi conclusa senza particolari danni all'inizio di ottobre. Per questo non ha portato ad analisi approfondite.

Una seconda sequenza di attacchi più articolati, che ha portato alla scoperta e alla classificazione delle nuove vulnerabilità, sembra essere iniziata il 12 ottobre ed è ancora in corso. La gravità dell'attacco non è legata alla violazione dei dispositivi di rete in sé, ma al fatto che una volta ottenuto il controllo di uno di essi è possibile non solo monitorare il traffico dati in transito ma anche avviare attacchi di tipo Man-in-the-middle.

Uno scenario in divenire

Non è chiaro quanti sistemi IOS XE possano essere colpiti, al momento. Le valutazioni vanno da qualche decina di migliaia a poche centinaia, a seconda del momento, perché il malware ad hoc che "buca" IOS XE (29 righe di codice Lua) non è persistente e quindi scompare dopo un riavvio del device "bucato". Se però il malware è riuscito a creare l'utente "pirata" a cui abbiamo accennato prima, questo è persistente.

Secondo alcuni osservatori di cybersecurity è anche possibile che una prima campagna massiva di attacco abbia colpito la gran parte dei dispositivi vulnerabili (ossia con le Web UI di IOS XE aperta a Internet) raggiungendo - è una media delle varie stime - 50mila bersagli su circa 80mila potenziali. Ma sia solo il primo passo: dopo questa prima campagna, è l'ipotesi, gli attaccanti stanno modificando il malware di attacco per evitare i rilevamenti più semplici e stanno reinfettando alcuni bersagli.

Cisco dovrebbe rilasciare in queste ore una patch che cancella le due vulnerabilità. Diversi esperti di sicurezza hanno però già indicato che gli attacchi continueranno a lungo in rete, perché le aziende più attente e preparate ne usciranno appunto con il patching, mentre le altre si muoveranno molto più lentamente restando vulnerabili. E restando quindi un potenziale anello debole per tutti.

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