Un Proof of Concept completato ad Atene dimostra che la QKD si può implementare anche su reti già esistenti, senza richiedere rivoluzioni infrastrutturali
Sparkle e Telsy, insieme a una terza azienda partecipata dal Gruppo TIM - QTI Quantum Telecommunications Italy - hanno completato con successo un progetto Proof of Concept (PoC) in cui la Quantum Key Distribution (QKD) è stata utilizzata per mettere insicurezza le comunicazioni di una piattaforma di collaborazione standard, ossia non pensata ad hoc per la cybersecurity quantistica. Il test è stato condotto su un collegamento di rete ad alta capacità tra due data center situati ad Atene.
L'obiettivo del PoC era quello di esplorare nuove soluzioni per affrontare la crescente necessità di sicurezza nelle comunicazioni, in un contesto dove il volume di traffico dati continua ad aumentare e le minacce cyber si fanno sempre più complesse. La tecnologia QKD è considerata una delle soluzioni più promettenti per garantire un elevato livello di sicurezza nelle comunicazioni, poiché sfrutta le proprietà della meccanica quantistica per proteggere i dati, rendendoli teoricamente inaccessibili a tentativi di intercettazione sia da parte di attacchi informatici tradizionali sia, potenzialmente, di futuri computer quantistici.
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Il PoC si è basato su una videoconferenza protetta tramite la piattaforma Antares di Telsy, trasmessa su un collegamento ad alta capacità tra i data center di Sparkle ad Atene. La particolarità della soluzione testata risiede nella sua capacità di offrire connettività sicura utilizzando la tecnologia QKD su una rete di telecomunicazioni già esistente. Questa implementazione ha evidenziato la possibilità di integrare la QKD senza la necessità di ulteriori infrastrutture dedicate, come nuove fibre ottiche, né di modifiche significative all'architettura della rete metropolitana di Sparkle.
Il sistema di rete ottica Apollo di Ribbon Communications è stato impiegato per criptare il traffico di rete e trasportarlo su un collegamento da 400 Gps, evidenziando - secondo chi ha realizzato il PocC - come la tecnologia QKD possa essere integrata con le attuali infrastrutture di telecomunicazione senza particolari complicazioni. Questo aspetto è significativo, spiega TIM, poiché rappresenta un passo importante verso l'adozione su larga scala di soluzioni di sicurezza quantistica nelle reti di telecomunicazioni esistenti.
Questo test sulle tecnologie QKD segue altre iniziative simili da parte di Sparkle. In precedenza, l’azienda aveva infatti testato con successo soluzioni di crittografia post-quantistica sia su una VPN internazionale tra Italia e Germania, sia su un servizio di accesso a Internet ad Atene. In linea con questi sviluppi, Sparkle prevede di lanciare commercialmente il suo servizio di Quantum-Safe Internet entro la fine dell'anno, seguito progressivamente da altri servizi orientati alla sicurezza.
Sparkle, Telsy e QTI ritengono che la capacità di proteggere le reti di telecomunicazioni da possibili azioni di decrittazione quantistica diventerà sempre più rilevante con l’avanzare della tecnologia dei computer quantistici. Dal punto di vista tecnologico, la QKD viene considerata come una soluzione inetressante a questo problema. L’utilizzo di chiavi crittografiche distribuite attraverso i principi della meccanica quantistica garantisce infatti un livello di protezione che, teoricamente, non può essere violato. Questo rende la tecnologia particolarmente interessante per scenari in cui la riservatezza e l'integrità dei dati sono fondamentali, come nelle comunicazioni governative, finanziarie e aziendali.
Nella visione delle aziende coinvolte, il PoC ha evidenziato la maturità della tecnologia QKD, rendendola pronta per un utilizzo commerciale su larga scala. "L'implementazione ha evidenziato il passaggio definitivo della tecnologia QKD dal laboratorio al mercato, fornendo un caso d'uso efficiente, economico e facilmente implementabile nel mondo reale", ha dichiarato infatti Pierangela Pitzolu, direttore International Government Business Development di Telsy. Idealmente, quindi, la soluzione testata ad Atene dimostra esempio come la sicurezza delle comunicazioni possa essere significativamente migliorata senza richiedere rivoluzioni infrastrutturali. Il che ovviamente è un tassello importante nella "commerciabilità" delle tecnologie quantistiche applicate alla cyber security.