▾ G11 Media Network: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | GreenCity | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | ...

Malware: a novembre IcedID domina in Italia, Emotet torna a preoccupare

A novembre Emotet è tornato all’azione, ma l’insidia maggiore per l’Italia è stato IcedID, che ha minacciato il 23% delle organizzazioni italiane.

Vulnerabilità

AgentTesla, Emotet, Qbot: è questa la top 3 dei malware più diffusi nel mese di novembre, stilata dai ricercatori di Check Point Software Technologies nell’ultimo Global Threat Index. Tutti e tre non necessitano di presentazioni. AgentTesta è in circolazione dal 2014 ed è un RAT che fa breccia nei sistemi Windows e ruba dati, password e cookie all'insaputa degli utenti. Dal 2020 è in circolazione una versione rinnovata e potenziata in grado di monitorare e raccogliere l’input della tastiera della vittima, acquisendo screenshot, ed esfiltrando le credenziali da una varietà di software installati sulla macchina della vittima (tra cui Google Chrome, Mozilla Firefox e Microsoft Outlook).

A preoccupare maggiormente è ovviamente la scalata della classifica operata da Emotet, che era rimasto pressoché silente nel periodo estivo che successivamente ha riguadagnato quota a una serie di nuove campagne malspam progettate per distribuire i payload del banking trojan IcedID. Questo nome è importante per chi legge perché è stato il vero dominatore in Italia, considerando che nel mese di novembre il suo impatto locale è stato del 23%. Parliamo di un malware che utilizza tecniche evasive come l'iniezione di processi e la steganografia, e ruba dati finanziari tramite attacchi di reindirizzamento e di web injection. AgentTesla in Italia è secondo con un impatto sulle aziende del 14%, e al terzo posto nel Belpaese troviamo Blindingcan con il 7%.


Tornando alla classifica globale, al terzo posto si piazza Qbot, tornato ai valori di luglio 2021 con un impatto globale del 4%. Ricordiamo che Qbot, in circolazione dal 2008, è un trojan che sottrae credenziali bancarie e sequenze di tasti, ed è gettonato da parte di cyber criminali che perseguono obiettivi finanziari, rubando dati, credenziali e informazioni dai browser utilizzati. Spesso distribuito via email, impiega diverse tecniche anti-VM, anti-debug e anti-sandbox per eludere la detection. Una volta che Qbot riesce a infettare un sistema, gli hacker installano una backdoor per garantire l'accesso, creando così attacchi con doppia estorsione. A novembre Qbot ha sfruttato una vulnerabilità Zero-Day di Windows per fornire agli attaccanti pieno accesso alle reti infette.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di SecurityOpenLab.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Rimani sempre aggiornato, seguici su Google News! Seguici

Notizie correlate

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter