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Stress e rischio burnout: il prezzo umano della cyber insicurezza

Un nuovo report Zscaler fa risaltare le lacune critiche nel supporto alle risorse IT: la pressione degli incidenti cyber mina resilienza, benessere e continuità aziendale.

Tecnologie/Scenari

Oltre la metà dei professionisti IT non crede che la propria azienda si preoccupi davvero della resilienza personale dei dipendenti; la metà ritiene che la propria azienda non sia consapevole delle pressioni quotidiane causate dagli incidenti di sicurezza o da eventi IT critici. Sono due dati presi in prestito dal report The Missing Link – The Resilience Factor realizzato da Zscaler in collaborazione con Positive Intelligence e INFUSE. Il contenuto èmolto interessate perché indica che lo stress operativo, l’ansia da rischio cyber e la pressione di dover mantenere la business continuity nel nostro mondo digitale rischiano di diventare il nuovo malessere invisibile degli specialisti IT e di cybersecurity.

L’argomento è spesso chiamato in causa, ma in maniera superficiale: la resilienza personale degli operatori IT e di security. Va invece a fondo la ricerca citata sopra, condotta tra febbraio e aprile 2025 su un campione di 206 professionisti IT e della sicurezza dell’area EMEA, che è interamente incentrata sulle conseguenze umane delle ondate di attacchi informatici, dei blackout di sistema e della trasformazione digitale accelerata che stiamo vivendo. Quello che emerge è che chi, nei momenti di crisi, è chiamato a garantire la continuità delle operazioni, si trova spesso a essere il meno supportato e il meno compreso.

I dati

La fotografia scattata dal report è impietosa: il 51% degli intervistati dichiara di non sentirsi sufficientemente supportato dalla propria organizzazione in termini di resilienza personale; il 50% crede che l’azienda non sia consapevole delle pressioni quotidiane che vive nel proprio ruolo. Non si tratta solo di sensazioni: solo il 37% delle aziende misura esplicitamente il livello di resilienza dei dipendenti con appositi questionari; quasi un terzo (29%) non la misura affatto. La situazione è tale da portare a concludere che siamo di fronte a un’assenza strutturata di attenzione, che si ripercuote direttamente sulla salute mentale e sulla motivazione dei team. Non è un caso che il 47% degli operatori interpellati percepisca la propria resilienza come appena sufficientemente o insufficiente.

Il contesto in cui questi dati si inseriscono è quello ben noto, ma ben riassunto dai dati di Zscaler: circa il 60% delle aziende si aspetta di dover affrontare almeno un incidente IT grave nei prossimi sei mesi; il 45% ha già vissuto un failure scenario; ancora, oltre la metà delle aziende (54%) ha riscontrato un incremento negli attacchi legati alle identità digitali. Per canto loro, le azienda lamentano una mancanza di competenze e risorse sufficienti per rafforzare la propria resilienza (quasi il 29%), mentre il 49% ammette che gli investimenti non sono all’altezza della necessità di cyber-resilience.

Il risultato concreto è che il 40% dei professionisti IT non riesce a staccare la spina, tanto che le preoccupazioni per possibili disastri digitali si riflettono nella vita privata, con ripercussioni dirette sul benessere personale e sulla capacità di recupero dagli episodi di stress acuto. Ad aggravare la situazione è la mancanza di comprensione e supporto: in assenza di un supporto psicologico e materiale, la maggioranza degli intervistati riferisce di doversi affidare unicamente alle proprie forze, facendo auto appelli alla calma, cercando di sfogarsi con attività sportive.

Gli effetti collaterali sulle aziende

Questa individualizzazione della resilienza porta a un abbassamento della resilienza aziendale dovuto alle tenzioni fra team e all’interno dei team stessi, a cali di attenzione, a difficoltà nel trattenere i talenti - aggravando ulteriormente la carenza di personale e di competenze. Però le aziende tardano a rendersene conto: solo il 43% del campione reputa che le aziende abbiano realmente compreso il legame tra resilienza personale e resilienza d’impresa.

Per fortuna il report include anche delle buone notizie, come per esempio il fatto che quando le aziende investono consapevolmente nel rafforzamento della resilienza personale dei dipendenti, quasi il 56% degli operatori IT ne avverte in prima persona gli effetti positivi.

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