▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...

Phishing: reti e sicurezza IT sono il primo obiettivo degli attacchi

Il phishing preoccupa per le spese elevate, per gli effetti collaterali degli attacchi e per la difficoltà nell’identificare le tecniche di attacco. Molte aziende ricorrono alla formazione.

Tecnologie/Scenari

Il phishing torna sotto ai riflettori grazie a una ricerca di OpenText che evidenzia la preoccupazione diffusa per questa minaccia dilagante, i danni che comporta e lo stato di avanzamento dei corsi di formazione al riguardo. La ricerca, condotta da IDG, ha coinvolto 300 responsabili IT equamente distribuiti fra Nord America, Europa e Asia-Pacifico.

Il primo dato interessante che è emerso è che i dipartimenti IT sono stati l'obiettivo principale (57%) degli attacchi di phishing. Questa informazione, incrociata con quella emersa da un recente studio di F-Secure secondo cui anche il personale dei settori IT o DevOps abbocca al phishing, è una chiara indicazione dell’urgenza di formazione che riguarda i lavoratori di qualsiasi comparto aziendale.

Al secondo posto della Top 5 dei bersagli di phishing ci sono i servizi web, seguiti nell’ordine dai servizi finanziari, clienti e CEO/Board/Top Executive.


L’altro dato importante evidenziato da OpenText è che il 44% delle grandi aziende (500-999 dipendenti) ha subito un'interruzione della rete superiore a un giorno a causa degli attacchi di phishing, contro il 14% delle piccole aziende (25-100 dipendenti). È utile saperlo per comprendere che la portata di un attacco di phishing può essere devastante.

Il phishing è un veicolo d’infezione. È il primo anello della catena di attacco, che serve per aprire le porte della rete aziendale agli attaccanti. Scaricando malware e rubando credenziali gli attaccanti ottengono quello che gli occorre per bloccare le attività. Con altri tipi di phishing, come gli attacchi BEC, i cyber criminali possono dirottare grosse somme di denaro a proprio favore.

In ogni caso, il phishing comporta danni economici anche ingenti. Non è un caso, quindi, che dal sondaggio sia emerso che 2 organizzazioni su 10 hanno registrato una perdita di fatturato a causa del phishing e quasi altrettante (19%) sono incorse in sanzioni. Queste ultime sono dovute ai data breach per la mancata protezione dei dati personali in conformità con le normative.

Come detto, il problema affligge tutti i Paesi, con le dovute distinzioni. In Europa sono 4 su 10 le aziende che hanno dichiarato di essere state prese di mira da tentativi di phishing standard negli ultimi 12 mesi. In Nord America la percentuale è del 37%; nell’area APAC a denunciare tale fenomeno è il 34% delle imprese.

Le minacce peggiori e come difendersi

Come difendersi è ben noto ormai: la prima mossa è fare formazione. Lo sa bene l’87% delle imprese, che sta rendendo obbligatoria la formazione in ambito sicurezza. Inoltre, il 65% ha implementato il backup delle email e dei dati per essere preparata ad affrontare un attacco.

La formazione consente al personale di trasformarsi da anello debole della catena a prima linea di difesa. Saper riconoscere un attacco standard è un buon inizio. Bisogna anche prendere dimestichezza con quelli più raffinati, come per esempio, con il clone phishing (33%), ossia una replica quasi identica di un messaggio legittimo, ma con allegato malevolo. Tipicamente l’attaccante ha intercettato un messaggio e ne invia uno in cui cambia l’allegato e nel testo “corregge un errore di spedizione allegando il file corretto”.


Fra gli altri tipi di phishing difficili da individuare con i motori antiphishing c’è poi il search engine phishing, indicato dal 35% degli intervistati. È particolarmente subdolo perché non avviene via email ma tramite i motori di ricerca, quando fra i risultati viene proposta una pagina falsa costruita per rubare informazioni personali o credenziali di accesso.

Ovviamente è onnipresente la categoria del phishing finalizzato alla diffusione di malware (36%), semplicemente perché le tecniche di offuscamento e i malware zero day sono ormai talmente diffusi da non permetterne l’individuazione tramite i classici filtri. Occorre diffidenza dei destinatari verso l’artura di allegati e l’attivazione di macro.

Oltre alla formazione, è imperativo poi alzare le giuste difese. Come accennato, i vecchi filtri antimalware oggi sono insufficienti. Meglio usare soluzioni di threat intelligence che fanno uso di machine learning, di tecniche predittive e comportamentali per bloccare il maggior numero possibile di minacce sconosciute.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato
Iscriviti alla nostra Newsletter Gratuita. Iscriviti
GoogleNews Rimani sempre aggiornato, seguici su Google News! Seguici

Notizie correlate

Speciali Tutti gli speciali

Speciale

Speciale iperautomazione

Speciale

Speciale Backup e Resilienza 2025

Speciale

Speciale OT Security

Speciale

2025 obiettivo cybersecurity

Speciale

Previsioni per la cybersecurity del 2025

Calendario Tutto

Lug 15
Business Meeting HP | Diventa HP Extended Partner & HP Ecosystem
Lug 15
Networking on OCI: Dietro le Quinte della Rete Cloud
Lug 15
HPE TSC - Le ultime novità HPE per il tuo business a valore aggiunto
Lug 15
Cisco 360 Level Up:la transizione guidata da TD SYNNEX
Lug 16
NetApp Hybrid Cloud Associate Workshop
Lug 17
Ready Informatica Webinar | Cove Data Protection di N-able – Il tuo backup è ancorato al passato?
Lug 18
Ready Informatica Training Online | Cove Data Protection di N-able
Lug 23
Ready Informatica Training Tecnico Avanzato | Parallels RAS
Lug 23
Webinar - Selezione del personale: Un caso pratico HR con DocuWare

Ultime notizie Tutto

Patch Tuesday di luglio 2025: chiuse 137 falle, una Zero Day

Microsoft risolve 137 falle di sicurezza nel Patch Tuesday di luglio, tra cui una Zero Day su SQL Server e gravi vulnerabilità in Windows e SharePoint.

09-07-2025

AI agent e automazione no-code: la nuova era dei SOC

Agentic AI e automazione no-code: i SOC stanno cambiando faccia. Ecco come workflow intelligenti, integrazioni dinamiche e nuovi standard possono ridefinire l’incident response e il ruolo degli analisti.

09-07-2025

Acronis, come semplificare il lavoro di MSP e team IT con il patch management

Umberto Zanatta, Senior Solutions Engineer di Acronis, approfondisce come l’automazione del patch management possa semplificare le attività quotidiane, migliorare l’efficienza e assicurare una maggiore aderenza ai requisiti normativi, anche in ambienti IT complessi e distribuiti

08-07-2025

La rivoluzione quantistica nella cybersecurity: sfide e soluzioni

La rivoluzione del quantum computing mette a rischio la crittografia attuale: Umberto Pirovano di Palo Alto Networks spiega rischi, tempistiche e soluzioni post-quantum.

07-07-2025

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter

www.securityopenlab.it - 8.3.21 - 4.6.1