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Killnet ci riprova con l’Italia, Anonymous scende in campo

Un altro attacco DDoS degli attivisti filorussi Killnet bersaglia una cinquantina di siti italiani. Anonymous scende in campo, ma le istituzioni devono alzare gli scudi.

Tecnologie/Scenari

Qualche giorno fa è andato in scena l’ennesimo attacco DDoS degli attivisti filo-russi di Killnet contro istituzioni italiane. Sembra un déjà-vu di quanto accaduto una decina di giorni prima, con i medesimi moventi (rappresaglia alla posizione politica del nostro Paese rispetto al conflitto ucraino), una identica tecnica di attacco e gli stessi (fortunatamente lievi) disagi. Cambiano solo i nomi degli obiettivi finiti nel mirino: una cinquantina in tutto, fra cui spiccano i siti del Consiglio Superiore della Magistratura, Agenzia delle Dogane e dei ministeri di Esteri, Ministero dell'Istruzione e dei Beni Culturali, aeroporti di Linate, Malpensa, Orio al Serio, Genova e Rimini.

Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza, ha bene inquadrato la questione nel corso di una intervista con Rai Radio 1: “Se creiamo un clima di disfattismo con un attacco DDoS comincio a preoccuparmi quando gli attacchi saranno più significativi”. Senza sminuire o sottovalutare quanto accaduto, un attacco DDoS non ha un impatto paragonabile a quello di un ransomware.


Attacchi DDoS

Gli attacchi Distributed Denial of Service sono alquanto popolari: nella prima metà del 2021 ne erano stati bloccati 5,4 milioni a livello globale. Hanno l'obiettivo di bloccare un servizio online travolgendo i server che lo ergano, con un'inondazione di traffico Internet. Per scatenalo vengono usati dispostivi infetti trasformati in bot, che generano traffico verso un indirizzo IP mirato. Il sito Web o il servizio bersagliato dal traffico non riesce a gestire le richieste da parte dei visitatori effettivi perché subissato da quelle fraudolente.

La conseguenza di un DDoS è quindi un’inaccessibilità dei servizi per la durata dell’attacco stesso. Su questo punto è bene fare una precisazione: nella prima metà del 2021 la durata media di un attacco registrata in Europa è stata di 47 minuti. Nei casi di attacchi record, come quello da 3,47 Tbps contro un cliente Azure, la durata è stata di 15 minuti e non sono rari i casi ancora più fulminei. Al contrario di un ransomware, terminato l’attacco il servizio torna disponibile.

Attivismo

DDoS è un’arma spesso impiegata dagli attivisti, che in linea di principio operano principalmente per denunciare quelle che ritengono ingiustizie, o per manifestare disapprovazione. Gli attivisti non sono affiliati di gruppi ransomware, e non portano avanti operazioni a scopo distruttivo. Da qui il condivisibile appello di Gabrielli a non creare disfattismo.


Tuttavia, lo stesso Gabrielli esorta ad attenderci un’escalation ed alzare la guardia. E ha perfettamente ragione. Non perché i siti web italiani potrebbero cadere a centinaia invece che a decine, quanto perché gli attivisti non sono gli unici gruppi criminali che si sono schierati politicamente con il Cremlino.

Dopo quanto accaduto il 21 maggio ci sta pensando Anonymous a tenere a bada Killnet: un chiaro messaggio sulla pagina ufficiale di Twitter @YourAnonOne avvisa di avere “aperto ufficialmente una cyber-war contro il gruppo hacker filorusso Killnet”.

L’Italia – intesa come imprese pubbliche e private e infrastrutture critiche, senza distinzioni – farà bene a iniziare seriamente a guardarsi alle spalle dai problemi più insidiosi, che non si sono ancora manifestati (non in relazione o come conseguenza del conflitto ucraino) ma che potrebbero verosimilmente arrivare. E a quel punto nessuno potrà dire che non se lo aspettava.

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