▾ G11 Media Network: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | GreenCity | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | ...

Ransomware: la miglior difesa è fare il backup, non pagare

Disporre di backup aggiornati e funzionanti è la migliore strategia di difesa per contrastare gli attacchi ransomware.

Business Tecnologie/Scenari
I cyber criminali incassano 1 miliardo di dollari all'anno come risultato dei pagamenti di riscatti fatti da aziende ed enti infettati dai ransomware. La cifra dimostra l'efficacia di quest'arma digitale e i motivi per i quali gli attacchi sono sempre più mirati e micidiali.

Il dato arriva da Veritas, che in occasione del World Backup Day ha esortato le vittime di ransomware a non pagare, ma a fare il backup. Perché disporre di una copia di backup perfettamente funzionante è la migliore difesa. Può interrompere il circolo vizioso dei guadagni dei criminali informatici, che li portano a perpetrare altri attacchi.
ransomware riscatto
Si finisce per pagare il riscatto se non c'è un backup. Oppure se le copie disponibili non sono funzionanti o richiedono troppo tempo per essere ripristinate. È per questo che bisognerebbe verificare periodicamente la procedura di ripristino del backup sia per testarne la funzionalità sia per misurarne i tempi di esecuzione.

Come sottolineato più volte in questi giorni, è poi imperativo conservare le copie di backup di backup isolate e offline. Questo perché, da informazioni recenti, la prima azione dei cyber criminali che entrano in una rete è individuare le copie di backup e neutralizzarle così da mettere la vittima in condizione di dover pagare.

L'aspetto più critico dell'approccio al backup è che gli attacchi ransomware colpiscono senza preavviso e non fanno discriminazioni tra aziende grandi, medie o piccole. Chi in passato ha provveduto a implementare una solida politica di backup si riprenderà in tempi brevi. Chi si credeva immune e non ha una strategia difensiva pregressa affronterà più problemi.

Fabio Pascali, Country Manager di Veritas, sottolinea che "gli attacchi ransomware esistono solo perché alcune imprese non possono sopravvivere a meno che gli hacker non restituiscano i loro dati. Quindi, la chiave della sopravvivenza è rimuovere questa dipendenza ed essere in grado di riottenere l’accesso ai dati, senza doversi impegnare con i cyber criminali. Il modo migliore per farlo è una solida strategia di backup".
Tutte le notizie e le interviste sul World Backup Day 2020 in questo speciale
Quanti pagano i cyber criminali? Secondo una ricerca condotta da CyberEdge, nel 2018 il 49% delle aziende ha recuperato con successo i propri dati. La percentuale è salita al 61 percento nel 2019 e al 67 percento di oggi. Nel 2018 ha pagato il riscatto il 39% delle vittime di ransomware. Nel 2019 la percentuale è lievitata al 45 percento, oggi si è arrivati al 58 percento.

Significa che le tecniche di attacco sempre più sofisticate hanno permesso di creare danni maggiori e di mietere un numero crescente di vittime. E che molte aziende non dispongono di mezzi abbastanza efficaci per contrastare e prevenire gli attacchi.

Oltre ai backup, si ricorda l'importanza di firewall di nuova generazione, segmentazione delle reti, piattaforme di intelligence e SOAR.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di SecurityOpenLab.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Rimani sempre aggiornato, seguici su Google News! Seguici

Notizie correlate

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter