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Qbot è il malware più diffuso in Italia ad aprile

Nella top 10 di Check Point Software Technologies figurano anche Formbook e Agent Tesla, mentre a livello globale preoccupa la diffusione ampia di Mirai, favorita dallo sfruttamento di una falla zero day nei router TP-Link.

Business Vulnerabilità

Anche ad aprile 2023 Qbot è stato il malware più diffuso in Italia, replicando la prima posizione registrata a marzo, complice una vasta campagna di malspam che ha distribuito via email PDF malevoli. L’impatto di questo malware sulle organizzazioni italiane è stato del 10 percento. Seguono nella classifica tricolore Formbook e AgentTesla.

Qbot è una minaccia ben nota, ma gli esperti di Check Point Software Technologies che hanno redatto il Global Threat Index per il mese di aprile segnalano che la campagna di aprile prevedeva un nuovo metodo di diffusione. Veniva inviata una email ai bersagli con un allegato contenente file PDF protetti. Una volta scaricati, il malware Qbot veniva installato sul dispositivo. L’invio è avvenuto in più lingue diverse, per colpire le organizzazioni di tutto il mondo.

Poco c’è da aggiungere su Formbook e AgentTesla, anch’essi presenze costanti nella classifica delle minacce più diffuse. Il primo ha interessato l’Italia a più ondate dal 2020 in poi, AgentTesla sta vivendo una seconda giovinezza dopo l’evoluzione del 2020. Più che questi “clienti scomodi”, a preoccupare a questo giro è Mirai, il malware Internet-of-Things (IoT) che grazie allo sfruttamento di una vulnerabilità zero day nei router TP-Link è tornato nella lista mondiale per la prima volta dopo un anno. I router infetti sono stati impiegati per facilitare alcuni degli attacchi DDoS distribuiti più dirompenti mai registrati.


Un’altra notizia importante contenuta nell’ultimo Global Threat Index è il cambiamento nei settori colpiti, con la sanità che ha superato la pubblica amministrazione come secondo settore più sfruttato nel mese di aprile. Alcuni Paesi stanno fronteggiando continui attacchi alle istituzioni sanitarie, come quelli sferrati dal gruppo Medusa contro le strutture oncologiche in Australia. Al momento l’Italia non fa parte di questi paesi, perché il comparto maggiormente colpito dagli attacchi risulta essere quello Education/Research, seguito da Finance/Banking e ISP/MSP.

Tuttavia, è bene ricordare che il settore è un obiettivo redditizio per gli attaccanti, perché offre loro un potenziale accesso ai dati riservati dei pazienti e ai dati di pagamento. Secondo gli esperti questa tendenza potrebbe avere implicazioni anche per le aziende farmaceutiche, con i tentativi di furto di dati relativi a studi clinici, a nuovi farmaci o a dispositivi medici.

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