Ricalcando l'ormai noto modello del Ransomware-as-a-Service, i programmatori potrebbero cedere a noleggio gli exploit zero day.
Il cyber crime potrebbe ampliare il modello as-a-service anche al commercio degli exploit. Finora tale codice è stato venduto al migliore offerente, generando un giro d'affari fiorente, soprattutto nel caso dello sfruttamento di vulnerabilità zero day. Secondo l'azienda di intelligence Digital Shadows, i criminali informatici stanno valutando l'opportunità di adottare il modello di business Exploit-as-a-Service per ampliare la platea dei clienti degli exploit sofisticati e abbassare i rischi della fase di compravendita.
In altre parole, il modello EaaS consentirebbe ai programmatori più esperti di affittare gli exploit zero-day ad altri criminali informatici per condurre i loro attacchi. Una strategia vincente per entrambe le parti perché lo sviluppatore può incassare cifre molto alte dalla vendita di un exploit zero-day (anche 10 milioni di dollari), ma spesso impiega molto tempo a trovare un acquirente. Molti cyber criminali interessati a tale codice non possono permettersi di pagare le cifre richieste, ma possono versare un canone d'affitto.
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Adottando un modello EaaS gli sviluppatori zero-day possono diversificare il business e guadagnare fin da subito, affittando il codice in attesa di un acquirente disposto a pagare per l'esclusiva. Mentre chi è interessato a usarlo lo può fare senza averne l'esclusiva, pagando cifre modiche.
Ci sono tuttavia delle controindicazioni sottolineate dagli esperti. Per esempio, c'è il rischio di "bruciare" un bene prezioso. Nel momento in cui l'exploit zero day viene scoperto perché usato incautamente da persone inesperte, gli attacchi programmati contro obiettivi di alto profilo possono andare in fumo. I programmatori ne sono consapevoli, ed è per questo che nel dark web imperversa il dibattito.
Resta da vedere se le opportunità di profitto aperte dalla formula as-a-service saranno ritenute superiori agli effetti collaterali. In caso affermativo, si prospetta il concreto rischio che sempre più criminali possano avere accesso a strumenti pericolosi. È esattamente quello che è accaduto con il Ransomware-as-a-Service e il modello dell'affiliazione, che ha ampliato a dismisura la platea degli attaccanti, dando la possibilità anche ai gruppi inesperti di mettere a segno colpi milionari. E che si è riproposto con il Malware-as-a-service adottato da alcuni sviluppatori di malware.